mercoledì 22 dicembre 2010

Come sarà il 2011?

Indovinami, indovino,
tu che leggi nel destino:
l'anno nuovo come sarà?
Bello, brutto o metà e metà?

Trovo stampato nei miei libroni
che avrà di certo quattro stagioni,
dodici mesi, ciascuno al suo posto,
un carnevale e un ferragosto,
e il giorno dopo il lunedì
sarà sempre un martedì.

Di più per ora scritto non trovo
nel destino dell'anno nuovo:
per il resto anche quest'anno
sarà come gli uomini lo faranno.

Gianni Rodari

Auguri a tutti!

mercoledì 8 dicembre 2010

La scuola uccide i talenti?

Posto tre video di Sir Ken Robinson alle conferenze del TED (piccola noprofit nata nel 1984 per far circolare idee e opinioni unendo tre mondi, quello della tecnologia, dell'intrattenimento e del design).

Robinson è un ex professore universitario e parla di creatività, talento e educazione, sostenendo la teoria che tutti i sistemi scolastici del mondo non sono adatti a formare i cittadini di domani in quanto fondati sulle necessità educative di una società che non esiste più, quella industriale - lineare, prevedibile - e come tali non possano essere riformati perché ciò comporterebbe solo il miglioramento di un sistema comunque destinato al fallimento in un mondo complesso e imprevedibile.

Nel futuro agli uomini servirà sempre di più poter attingere a piene mani al dono della creatività per poter rispondere con prontezza alle sfide ambientali, che saranno sempre diverse e per le quali non sarà più sufficiente l'esperienza. Ma la scuola di oggi non si pone il problema di far emergere i talenti, né tanto meno di stimolare la creatività...che anzi spesso è percepita come deviante. I principi ispiratori della scuola moderna, originariamente allineati ai bisogni sociali, sono oggi divenuti dei dogmi, cose ormai date per scontate, necessarie, quali leggi naturali e non più sottoposte ad un esame critico.

Con la sua verve ironica, Robinson tende al pubblico piccole trappole che fanno riflettere su quante siano le regole inutili alle quali liberamente ci assoggettiamo senza riflettere...Soluzioni? Forse la più ovvia, l'ex professore propone una vera e propria rivoluzione, un'innovazione radicale nata da una riflessione profonda sul senso e la funzione della scuola in un mondo complesso e imprevedibile. E come dargli torto?

Enjoy!






NOTA: E' possibile selezionare la lingua dei sottotitoli.

Guarda anche questa versione animata per ulteriori approfondimenti:

lunedì 29 novembre 2010

L'economia del NOI

ecco qui un libro co-evolutivo 'in perenne versione Beta' su cui riflettere, per lo sviluppo di una nuova economia collettiva:


venerdì 15 ottobre 2010

Education by playing



Il progetto di questo video è nato insieme alla mia Start-Up, Fandis Lab, e dalla necessità di spiegare efficacemente ma sinteticamente in un tempo che non superasse i 10-15 minuti la complessità e l'ampiezza d'offerta dell'Azienda. Avendo tentato di farlo più volte a parole nei primi tempi della nostra avventura, mi sono resa conto che gli ascoltatori rimanevano colpiti da aspetti che era assai difficile spiegare in modo puramente descrittivo e così mi ritrovavo sempre più spesso a parlare dello 'spirito' che ci animava e raccontavo aneddoti, mostravo foto...più che 'spiegare' e 'descrivere' era infatti necessario 'raccontare' la nostra esperienza, la nostra vita quotidiana, mettendo in evidenza situazioni ed emozioni piuttosto che sterili fatti.
Il video non solo ci  permette ora di concentrare in un solo luogo immagine e racconto, ma riesce ad 'immergervi' l'interlocutore anche molto lontano geograficamente e tutto ciò in un tempo piccolo, sostenibile anche per l'ascoltatore più impaziente.

Il LipDub è cronologicamente  preceduto da un video istituzionale dai contenuti più tradizionali, presentati tuttavia in modo da accompagnare l'osservatore nella lettura delle nostre specificità. Il video musicale può essere pertanto di volta in volta visto come 'a sè stante' oppure come 'sigla di coda' della nostra presentazione.

Infine, in questo contesto, mi preme sottolineare la funzione formativa di questa esperienza, in quanto la produzione dei video ed in particolare del LipDub, ha coinvolto l'intero staff, che insieme agli specialisti ha creato il canovaccio, il testo della canzone e addirittura la musica, in un lungo processo di sviluppo e revisione, che a volte ha comportato anche bruschi cambiamenti di direzione, arrivando un paio di volte a buttare tutto all'aria (grazie Jader per la pazienza...).
Questo processo ha comportato una prima fase di 'introspezione' e 'analisi' del gruppo in quanto tale e delle finalità che ci si proponeva. Poi una fase di 'elaborazione' e di 'scrittura', cui è seguita una fase di 'confronto' e disamina delle perplessità e dei timori (rispetto al proprio ruolo all'interno del progetto), infine una fase di 'allineamento'  ai contenuti e di produzione. In tutto questo divenire abbiamo compreso ed apprezzato meglio ciò che sappiamo e vogliamo fare e sono cresciuti il livello di condivisione e di fiducia all'interno del team, cosa che credo si possa notare anche nel risultato finale....

Per farvi comprendere meglio quanto complesso si sia presentato il progetto ad una disamina preliminare, mi piace l'idea di condividere qui (in esclusiva, si badi ben!) la 'mappa mentale' compilata in occasione del primissimo brain storming:

Realizzato con FreeMindMap - Per leggere cliccare sulla mappa e poi una volta sullo zoom

Questa è indubbiamente un'esperienza che consiglio a chiunque abbia qualcosa da raccontare, ma invito a riflettere sul fatto che il risultato dipenderà da quello che si vorrà mettere davvero in gioco...

vedi anche il Video Istituzionale

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NOTA: Questo Lip Dub ha vinto nella sezione 'profit' del 'Training Show' al For Film Fest 2010 battendo anche noti concorrenti quali COOP e Vodafone.

giovedì 20 maggio 2010

23 maggio: Giornata Nazionale del Figlio

Domenica 23 maggio 2010, Amici dei Bambini festeggia la Prima Giornata del Figlio: un’occasione per mettere in evidenza l’importanza per ogni bambino di essere non solo accudito, nutrito, istruito ma anche accolto e amato da una famiglia. La Giornata del Figlio nasce e si concretizza in collaborazione con La Sterpaia, Bottega dell’Arte della Comunicazione diretta da Oliviero Toscani.





Ai.BI. ha promosso questa iniziativa per ricordare l’importanza di un diritto negato a 163 milioni di bambini abbandonati che ancora vivono senza l’affetto di una mamma e un papà.

In questa occasione particolare, vi invito a scegliere come me di donare a vostro figlio un regalo davvero speciale: attivate insieme un Sostegno a distanza a favore dei bambini abbandonati ospiti di un istituto o di una Casa famiglia. E’ un modo per trasmettere anche a lui il valore della solidarietà verso i bambini che non hanno una famiglia.

Con un impegno mensile di 1 euro adotterete un progetto di accoglienza entrando a far parte di una squadra. Insieme potrete partecipare al primo Social Network dedicato al Sostegno a distanza.

Ai.Bi. vi invierà una lettera con una pergamena da consegnare ai vostro figli, in cui verrà spiegato il regalo simbolico che avete scelto per loro, insieme alla spilla "Io sono figlio", simbolo dell’evento, realizzata da La Sterpaia, Bottega dell’Arte della Comunicazione diretta da Oliviero Toscani.
Sarà il segno tangibile del vostro gesto di solidarietà.

Volete saperne di più?

Visitate il minisito dedicato alla Giornata del Figlio

lunedì 22 marzo 2010

In rete per vincere

Giovedì 18 marzo, in un Hotel di Alessandria, è stata presentata la sezione piemontese di Winner Group, un’associazione che si propone di generare alleanze tra aziende selezionate che si riconoscono negli stessi principi etici, ma sono diversissime per dimensione e mercato.
A questo evento sono stata invitata a rendere testimonianza con una case study sull’importanza delle reti relazionali come strumento di Marketing e devo confermare che negli organizzatori e nelle imprese presenti ho ritrovato proprio quello stesso mio bisogno sincero di costruire relazioni di fiducia prima che relazioni di business, che mi aveva incuriosito in questa iniziativa.

La finalità degli incontri mensili - organizzati nelle regioni in cui WG è già presente - è quella di offrire dei momenti di formazione ai quali seguono dei matching personalizzati e poi un ulteriore momento informale di conversazione in cui i partecipanti possono meglio conoscersi ed eventualemte valutare opportunità di collaborazione.
Non consiglio questo tipo di iniziativa a chi cerchi garanzie di business redemption immediata o almeno stimabile, ma la raccomando a tutti coloro che invece credono che ampliare la propria rete di conoscenze abbia comunque un valore in sé e che condividere momenti di aggregazione, conoscenze e bisogni, prima o poi finirà per tradursi, anche solo per casualità, in idee e le idee finalmente in business.

venerdì 19 marzo 2010

Introducing Teemu Arina (vi presento Teemu Arina)

Mr. Arina è Finlandese e sembra uno studente universitario, ma all'università ha insegnato ed è oggi imprenditore, consulente d'impresa - fra tutte Nokia - e conferenziere. Prima di tutto Teemu è però un visionario che sa parlare in modo semplice del futuro della digitalizzazione e dell'importanza dei Software sociali.
Il futuro delle imprese dipenderà davvero, come sostiene, da quanto capitale relazionale riusciranno a costruire? Io credo di sì. Ascoltatelo, spero vi conquisterà come ha conquistato me. (Il video è in lingua inglese).


Teemu Arina - Collaborative Edge: Real-time Social Technologies in Organizations from Teemu Arina on Vimeo.

lunedì 8 marzo 2010

8 marzo - Donne: "la primavera a novembre, quando meno te l'aspetti".


Più dei tramonti, più del volo di un uccello, la cosa meravigliosa in assoluto è una donna in rinascita. Quando si rimette in piedi, dopo la catastrofe, dopo la caduta, che uno dice…è finita. No. Finita mai, per una donna. Una donna si rialza sempre, anche quando non ci crede, anche se non vuole.

Non parlo solo dei dolori immensi, di quelle ferite da mina antiuomo che ti fa la morte o la malattia. Parlo di te, che questo periodo non finisce più, che ti stai giocando l’esistenza in un lavoro difficile, che ogni mattina hai un esame peggio che a scuola….Te, implacabile arbitro di te stessa, che da come il tuo capo ti guarderà, deciderai se sei all’altezza o se ti devi condannare.

Così ogni giorno e questo noviziato non finisce mai, e sei tu che lo fai durare. Oppure parlo di te, che hai paura anche solo di dormirci, con un uomo, che sei terrorizzata che una storia ti tolga l’aria, che non flirti con nessuno perché hai il terrore che qualcuno si infiltri nella tua vita.

Peggio, se ci rimani presa in mezzo tu, poi ci soffri come un cane. Sei stanca. C’è sempre qualcuno con cui ti devi giustificare, che ti vuole cambiare, o che devi cambiare tu per tenertelo stretto, e così stai coltivando la solitudine dentro casa. Eppure te la racconti, te lo dici anche quando parli con le altre….”io sto bene così, sto bene così, sto meglio così”…e il cielo si abbassa di un altro palmo.

Oppure con quel ragazzo ci sei andata a vivere, ci hai abitato Natali e Pasque, in quell’uomo ci hai buttato dentro l’anima, ed è passato tanto tempo e ce ne hai buttata talmente tanta, di anima, che un giorno cominci a cercarti dentro lo specchio, perché non sai più chi sei diventata.

Comunque sia andata, ora sei qui. E so che c’è stato un momento che hai guardato giù e avevi i piedi nel cemento. Dovunque fossi, ci stavi stretta. Nella tua storia, nel tuo lavoro, nella tua solitudine, ed è stata crisi. E hai pianto. Dio, quanto piangete. Avete una sorgente d’acqua nello stomaco. Hai pianto mentre camminavi in una strada affollata, alla fermata della metro, sul motorino. Così, improvvisamente. Non potevi trattenerlo.

E quella notte che hai preso la macchina e hai guidato per ore, perché l’aria buia ti asciugasse le guance.

E poi hai scavato, hai parlato…quanto parlate ragazze. Lacrime e parole. Per capire, per tirare fuori una radice lunga sei metri che dia un senso al tuo dolore….”perché faccio così?”…”com’è che ripeto sempre lo stesso schema?”…”sono forse pazza?”…Se lo sono chiesto tutte. E allora… vai, giù con la ruspa nella tua storia, a due, quattro mani, e saltano fuori migliaia di tasselli, un puzzle inestricabile.

Ecco, è qui che inizia tutto. Non lo sapevi? E’ da quel grande fegato che ti ci vuole per guardarti così, scomposta in mille coriandoli, che ricomincerai. Perché una donna ricomincia comunque. Ha dentro un istinto che la trascinerà sempre avanti.

Ti servirà una strategia, dovrai inventarti una nuova forma per la tua nuova “te”, perché ti è toccato di conoscerti di nuovo, di presentarti a te stessa. Non puoi più essere quella di prima, prima della ruspa…

Non ti entusiasma? Ti avvincerà lentamente, innamorarsi di nuovo di sé stessi o farlo per la prima volta è come un diesel, parte piano. Bisogna insistere, ma quando va in corsa… E’ un’avventura ricostruire sé stesse, la più grande. Non importa da dove cominci, se dalla casa, dal colore delle tende, o dal taglio dei capelli.

Io ho sempre adorato donne in rinascita, per questo meraviglioso modo di gridare al mondo “sono nuova” con una gonna a fiori o con un fresco ricciolo biondo. Perché tutti devono vedere e capire…”attenti…il cantiere è aperto…stiamo lavorando per voi… ma soprattutto per noi stesse…”.

Più delle albe, più del sole, una donna in rinascita è la più grande meraviglia, per chi la incontra e per sé stessa. E’ la primavera a novembre, quando meno te la aspetti.

Da una trasmissione di Jack Folla, personaggio radiofonico ideato dallo scrittore Diego Cugia, è tratto il testo di “Donne in rinascita” che vi invio come perfetto paradigma di rinascita femminile.

Buon 8 marzo!

martedì 16 febbraio 2010

Voglio un mondo a colori!

Ad Anna, un' insegnante
fedele alla sua missione
e un sogno da far brillare...
Sette giorni per presentare una risoluzione, svilupparla in commissione, discuterla e approvarla in aula. Oltre 200 giovani provenienti da 16 diversi Paesi d’Europa hanno partecipato, dal 7 al 14 febbraio a Torino, alla seconda edizione dell’Erasmian European Youth Parliament. L’iniziativa s’inseriva fra le attività per Torino Capitale Europea dei Giovani 2010 ed era organizzata dagli insegnanti e studenti della Scuola Internazionale Europea Altiero Spinelli grazie al co-finanziamento del Miur, della Regione Piemonte e del Comune di Torino. All’evento hanno partecipato anche il liceo classico D’Azeglio, due licei scientifici piemontesi, il Galilei di Borgomanero e il Peano di Cuneo, e una delegazione del liceo scientifico Duca d’Aosta dell’Aquila.

L’obiettivo dell’EEYP, che si è riunito per la prima volta lo scorso anno a Rotterdam, è offrire ai ragazzi un’occasione per calarsi nei panni dei parlamentari europei e avvicinarsi alle regole del mondo della politica. Gli studenti hanno lavorato per quattro giorni, suddivisi in 12 commissioni, con il compito di formulare una serie di proposte di legge sul tema dell’ecosostenibilità nelle città.

I diversi provvedimenti sono stati presentati, discussi e approvati dall’Assemblea Generale del Parlamento, costituita da tutti gli studenti riuniti in sessione plenaria. Le risoluzioni approvate sono state consegnate al sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, e al sindaco di Anversa (la città che ospiterà l’EEYP nel 2011), oltre che ai rappresentanti dell’European Youth Forum. All’evento ha partecipato anche la Presidente della Regione Piemonte, Mercedes Bresso.

L’intero evento è stato autogestito (in inglese, lingua ufficiale) dai giovani con il supporto degli insegnanti che avevano il compito di vigilare “a distanza” sullo svolgimento del programma. Oltre agli studenti dell’Unione Europea, hanno partecipato ai lavori anche una delegazione svizzera e una turca. Nell’elaborazione dei progetti di legge ciascun gruppo di studenti è stato, inoltre, supportato dalla consulenza di personaggi di spicco del mondo politico, industriale, della cultura e della medicina. (Per approfondimenti, clicca qui.)

Fin qui la notizia. Ma perché parlarne in questo blog? Se il fatto descritto vi è sembrato fuori tema, allora continuate a seguirmi e capirete…

Ho avuto la fortuna di conoscere 6 di quei ragazzi e cioè i membri della delegazione Borgomanerese e li ho seguiti insieme ad un collega nell’ultima settimana di preparazione del progetto che avrebbero poi presentato all’Assemblea Generale. Lavorare, seppure breve tempo, con quei ragazzi è stata una folgorazione! Con loro ho ritrovato un mondo che credevo perduto: l’età dell’adolescenza, un’ età 'bella e terribile', di cui però il senso comune tende a sottolineare solo il secondo aspetto, quello della terribilità ed in particolare nel suo primo significato di ‘spaventoso’( mentre ‘terribile’ racchiude in sé anche l’accezione di ‘grande, straordinario’). Si parla volentieri di adolescenti sbantati e violenti o, nell’ipotesi migliore, di giovani annoiati, rassegnati a sopravvivere, cronicamente immaturi, e ci si adopera troppo poco per fare in modo che le cose cambino. Si cerca il colpevole e non si propongono soluzioni. E il primo passo verso la soluzione credo che sia riconoscere il talento che questi ragazzi, tutti loro, hanno nascosto in sé: il talento della Gioventù.

Tutti gli esseri umani sono accomunati da questo talento, perché tutti siamo stati bambini. La differenza tra noi dipende solo da quanto presto ce ne siamo diamenticati. Il talento della gioventù è quello di chi guarda il Futuro negli occhi, di chi sente che potrà cambiare il Mondo, di chi si accende di Passione e teme che ne potrà morire. E’ il talento di chi sogna e vola ‘tre metri sopra il cielo’. Di chi lotta e si ribella all’ovvio, ai dogmatismi, alle regole inutili, di chi ancora spera ci potrà essere un domani migliore. Di chi vive in un mondo a colori. Ecco, io lo rivoglio indietro quel mondo, ora che ho avuto un assaggio delle tante cromie disponibili! Mi sono resa conto che mi ero orami abituata a vivere in un mondo in bianco e nero, dove la diversità si misura su una scala di grigi. Certo, forse così si soffrono meno i disagi che il vivere necessariamente porta con sé e bisogna riconoscere che la riflessività, la pacatezza, la moderazione che avanzano con l’età hanno un ruolo e un loro significato sociale; a patto però che non si perda il dialogo tra le generazioni e la voce di quelle più mature non si levi al di sopra delle altre in un soliloquio sterile e monotono.

Purtroppo, invece, viviamo in un paese che ha smesso di ascoltare i suoi giovani, non dà più loro esempi , li indottrina a volte, più spesso informa, offre loro soprattutto un quadro squallido del mondo degli adulti e insegna a barcamenrarcisi con furbizia e cinismo. Sicuramente non educa. La nostra adultità dunque latita e manifesta i tratti di una società pedofoba che ha perso la fiducia nel futuro: rinunciando a investire sui giovani, a credere in loro, rinunciamo di fatto al nostro stesso futuro e per questo suicidio programmato poche sono le voci che proclamano la propria indignazione. Come imprenditrice che si sente responsabile dello sviluppo di questo paese, non posso che prendere atto di questa realtà e condividere il pensiero che non basta più solo investire nei giovani che dopo gli studi si rivolgono alle aziende per un impiego. Certo noi professionisti dobbiamo occuparci di cogliere e sviluppare i loro talenti, ma credo che sia importante cercare delle opportunità per sostenere anche i più giovani, partendo proprio dagli adolescenti, offrendo loro spazi ed occasioni di aggregazione, non per lo ‘sballo’ settimanale, bensì perché possano sviluppare le proprie passioni, per testare capacità e conoscenze - così come è stato in occasione del progetto di cui ho parlato più sopra - e così facendo per dialogare con il mondo degli adulti in un mutuo dare e ricevere costruttivo e vitale.

I 6 ragazzi che ho conosciuto sono gemme preziose con tanta voglia di dire la loro in questo mondo. Sono certa che ce ne siano tanti altri come loro, che leggono, studiano con profitto, sono curiosi di tutto, vogliono sperimentarsi, non temono la fatica, si entusiasmano, vivono nel senso più pieno del termine. Ragazzi così sono il cuore pulsante di una società che vuole sopravvivere ed evolversi. Sono i nostri figli e non aiutarli a crescere, non educarli, è un delitto di cui non voglio essere complice.

"Tutti i grandi sono stati bambini una volta. Ma pochi di essi se ne ricordano..."
Antoine De Saint-Exupéry