Amici lettori,
volentieri vi segnalo oggi questo video appena postato su Youtube. Riprende brani significativi di un evento che ha seguito la pubblicazione del libro 'WEconomy 'che ho già recensito in un post di qualche tempo fa.
Ascolterete un filosofo ed un manager parlare di come sta mutando il rapporto tra l'individuo e l'organizzazione nel suo insieme e di come si sta affacciando un nuovo modo di creare profitto nelle aziende, basato sulla capacità di integrare ed armonizzare le competenze e i talenti all'interno del gruppo di lavoro.
Buona visione. Attendo i vostri commenti.
martedì 24 maggio 2011
domenica 1 maggio 2011
La festa del talento
Oggi è il primo maggio, festa del lavoro, o meglio, festa di tutti i lavoratori e mi sembra bello allora condividere con voi il pensiero di un amico, Alessandro Chelo, che di mestiere fa il formatore. Un formatore che nel tempo si è specializzato in 'Talent Management', ovvero in quel tipo di approccio alle persone di tipo Socratico, secondo il quale in tutti noi alberga almeno un talento, spesso non riconosciuto come tale, che ogni buon Manager dovrebbe essere in grado di scovare e di portare alla luce. Un approccio secondo il quale non esistono cattivi lavoratori (fatte salve alcune ma infrequenti situazioni limite, aggiungo io), bensì lavoratori nel posto sbagliato, non valorizzati, in situazioni che non permettono loro di sbocciare come dovrebbero. Alcuni considerano questa teoria, che conosce ovviamente anche una sua metodologia applicativa, una pura utopia...eppure non è certo una teoria 'figlia dei fiori', nata in un ristretto circolo di professori avulsi dalla realtà. E' invece teoria millenaria, una teoria applicata nella storia da pochi (in ambiti diversi, primo fra tutti quello dell'educazione') in luoghi molto lontani tra loro, ma che ha raggiunto risultati straordinari. Certo è una teoria che comporta dei rischi, grosse responsabilità e la capacità di avvicinarsi con umiltà al prossimo e al proprio ruolo manageriale...cose spesso purtroppo in forte contrasto con le aspettative di un Manager (ahimé).
Ma ora vi lascio ad Alessandro. Dalle sue parole capirete meglio quello di cui vi sto parlando:
Oggi si celebra però anche un altro grande avvenimento: la beatificazione del 'Papa operaio' Giovanni Paolo II e questo è un motivo in più per mescolare il Sacro con il Profano parlando di Management e Sacre Scritture. Ma il motivo reale è che non credo siano due mondi tanto distinti. Non dovrebbero esserlo. Il Management, lo scrissi già in un post qui archiviato, è una missione di servizio verso i propri collaboratori. O dovrebbe essere tale. Continuo a crederci, nonostante mi si rinfacci spesso d'essere solo un'illusa. Continuo a crederci nonostante mi si chieda perché lo faccio. E qui lo dico, allora: perchè non riesco a lavorare in un gruppo di persone senza sentire la necessità di creare con loro un legame fatto di rispetto e di amicizia. In ultima analisi, non riesco a lavorare per uno scopo che non sia quello di Amare (i luoghi, le persone intorno a me, gli scopi del mio agire) ed essere riamata per quello che sono, indipendentemente dal mio ruolo. Forse è proprio questo il mio Talento ed è comunque una cosa, me lo si conceda, di cui vado fiera...
Che oggi allora possa essere non solo la festa di tutti i lavoratori, ma la festa di tutti i talenti, quelli che sono in ciascuno di noi ancora inesplorati, ma vivi. Con l'augurio che possano essere presto portati alla luce!
Ma ora vi lascio ad Alessandro. Dalle sue parole capirete meglio quello di cui vi sto parlando:
Oggi si celebra però anche un altro grande avvenimento: la beatificazione del 'Papa operaio' Giovanni Paolo II e questo è un motivo in più per mescolare il Sacro con il Profano parlando di Management e Sacre Scritture. Ma il motivo reale è che non credo siano due mondi tanto distinti. Non dovrebbero esserlo. Il Management, lo scrissi già in un post qui archiviato, è una missione di servizio verso i propri collaboratori. O dovrebbe essere tale. Continuo a crederci, nonostante mi si rinfacci spesso d'essere solo un'illusa. Continuo a crederci nonostante mi si chieda perché lo faccio. E qui lo dico, allora: perchè non riesco a lavorare in un gruppo di persone senza sentire la necessità di creare con loro un legame fatto di rispetto e di amicizia. In ultima analisi, non riesco a lavorare per uno scopo che non sia quello di Amare (i luoghi, le persone intorno a me, gli scopi del mio agire) ed essere riamata per quello che sono, indipendentemente dal mio ruolo. Forse è proprio questo il mio Talento ed è comunque una cosa, me lo si conceda, di cui vado fiera...
Che oggi allora possa essere non solo la festa di tutti i lavoratori, ma la festa di tutti i talenti, quelli che sono in ciascuno di noi ancora inesplorati, ma vivi. Con l'augurio che possano essere presto portati alla luce!
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