Sulla Malasanità si spendono fiumi di parole. Per non parlare di quanto ci si lamenta della scarsità di personale sanitario capace di dialogare con i pazienti, sostenendoli e confortandoli, infondendo loro coraggio con il rispetto e l’attenzione dovuta ad ogni altro essere umano in difficoltà e sofferenza.
Una ragione certamente c’è: molti di noi hanno purtroppo vissuto una qualche disavventura al riguardo, almeno come osservatore. A me è capitato e spero di non ripetere mai più l’esperienza.
Recentemente mi è capitato però un ricovero in un piccolo ospedale della mia provincia [Angera ( VA ) N.d.R.] e pur non desiderando affatto risperimentare a breve la sofferenza della malattia, posso dire di aver vissuto una bellissima esperienza umana di accoglienza e cura. Durante la degenza si sono occupati di me diversi infermieri, paramedici e, naturalmente, medici. Tutti, nessuno escluso, mi hanno fatto sentire a casa, come quando ero piccola e la mamma si indaffarava intorno al mio letto per farmi stare meglio.
Mentra giacevo guardando il soffitto, mi è venuto allora naturale pensare a chi fosse il Dirigente del Personale in quell’ospedale e a come fosse stato istruito ed addestrato lo staff. Mi sono chiesta se avesse una carta dei Valori e quali esempi avesse ricevuto per diventare tanto partecipe e motivato ad assistere persone malate e vulnerabili.
Se qualcuna di quelle belle persone mi leggesse ora o in futuro, vorrei che le arrivasse il mio plauso e la mia sincera gratitudine per avermi insegnato che c’è ancora posto per le persone di Buona Volontà….
mercoledì 30 luglio 2008
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